Sappiamo dai dati dell’Unione che in Europa saranno vacanti 900mila posti di lavoro nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) entro il 2015: non dobbiamo leggere questi dati come un’emergenza per l’innovazione e la crescita dell’economia europea, ma come un’opportunità per i giovani, ma anche per i meno giovani che studiano e si riqualificano per una formazione che già oggi, nelle cose, è per la vita e si svolge durante tutto il corso della vita. Tanto più nel campo del digitale dove la formazione è aggiornamento continuo.
Anche in Liguria stiamo provando a mettere in moto un processo virtuoso, su imitazione di quanto fatto dalla Commissione Ue con la Grand Coalition for Digital Jobs, la grande coalizione per l’occupazione nel settore digitale: il nostro obiettivo è coinvolgere tutto il mondo della scuola, le imprese europee del digitale, le amministrazioni pubbliche, l’università e gli enti di formazione.
A partire da un atto concreto: un patto per la scuola digitale da siglare con quanti hanno capito che introdurre i temi della scuola digitale, in generale e non solo nella nostra Regione, significa dare risposta ad un bisogno forte di cambiamento.
Infatti la scuola digitale deve essere per noi anche uno strumento per metterci alla prova proprio sotto il profilo delle competenze diffuse e per la vita e si tratta di una scommessa che non si vince da soli, un po’ come questa iniziativa di e-skills for jobs che coinvolge partner dalle anime e dalle vocazioni diverse. Anche noi come istituzione dobbiamo muoverci in questa direzione, aprirci, cambiare ruolo, diventare – e lo dico con il gergo della rete – una sorta di hub propositivo, di lancio e di rilancio, convogliando le migliori energie che il nostro territorio già possiede. Come il lavoro che la Polizia postale ha svolto con 18.000 dei nostri ragazzi sui temi della sicurezza in rete e del cyber bullismo, come il contributo direi storico accanto alle scuole e per le scuole delle università e dei centri di ricerca sulla formazione docenti, su classi 2.0, su accessibilità. Come le decine di collaborazioni che gli enti territoriali stanno attivando a sostegno delle scuole dell’innovazione, non ultimi quelli delle aree interne che sosterremo in maniera continuativa.
Come la collaborazione sulla sicurezza informatica che stiamo avviando con il centro interforze di Chiavari, fucina di competenze centrali per il mondo del lavoro digitale, professioni che in un momento così difficile per l’occupazione possono dare sbocchi importanti.
Tutte tracce, segnali, che debbono diventare sistema. Attivando un percorso virtuoso che parta dall’apprendimento nelle aule scolastiche per coinvolgere formazione, infrastrutture, esperienze.
Per far questo insieme sono necessarie delle regole comuni, una sorta di patto per la scuola digitale in Liguria, condiviso, che possa essere siglato nella Conferenza del Sistema educativo regionale, che si terrà a Genova l’8 e il 9 ottobre prossimi (link provvisorio http://www.arssu.liguria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=957), ma che trovi respiro dopo, nella quotidianità delle scelte degli interventi. Accompagnando le velocità diverse che oggi esistono, per equiparare, perequare ma anche per valorizzare chi con le sue gambe ha già iniziato. Non un protocollo formale, ma un network di partecipazione attiva in cui i ruoli cambiano. La Regione si focalizza su alcune tematiche come la rete, il sistema, il coordinamento, ma ognuno senza più chiedere soltanto inizia a creare le condizioni per il cambiamento.
Sulla base di queste suggestioni stiamo elaborando idee che costituiranno il Patto per la scuola digitale ligure, tra queste, come parole d’ordine:
• Finanziamenti: pensare a nuovi modelli di finanziamento, che valorizzino il merito, incentivino il fund raising e le soluzioni autonome delle scuole in accordo con il territorio, le aziende, le società, e quanti vogliano costruire competenze
• Condivisione: condividere esperienze, conoscenze e competenze
• Sistema: mirare a costruire insieme un sistema regionale e territoriale fondato su un network, (reti territoriali 2.0), dopo aver fatto emergere e crescere le classi 2.0 e le scuole 2.0 nate dal contagio e dalla disseminazione delle singole classi
• Scuola inclusiva: realizzare esperienze digitali che abbiano nel DNA l’inclusione e l’integrazione
• Competenze: orientare la scuola digitale verso le competenze per la vita, i curricola innovativi e le nuove professioni per metterle a sistema a livello di scuola, territorio, regione
• Formazione: disponibilità di dirigenti, docenti, personale a strutturare e a partecipare ad azioni di formazione per la didattica attiva e laboratoriale secondo un modello on the job
• Siti: potenziare i siti scolastici come strumento di condivisione, trasparenza e comunicazione
• Vetrina regionale: mettere a disposizione e realizzare un hub regionale, un motore di ricerca digitale regionale, una vetrina di materiali ed esperienze digitali per la scuola del futuro (processi, prodotti, documenti) condivisi
• Scuola aperta: realizzare iniziative di scuola digitale legate al coinvolgimento ed al rapporto con la comunità ed il territorio, come opportunità per iniziative di scuola aperta per offrire servizi
• Regione: la Regione come hub: facilitatore dei rapporti con Aziende, università, enti di ricerca coinvolti in una progettualità che esalti il “per” ed il “con” le scuole
Infine, il mio obiettivo è condividere idee e manifesti per costruire una programmazione il più possibile plurale. Sapere dove andiamo, avere un programma concreto, aiuta a capire come possiamo accompagnarlo e finanziarlo.