La velocità di sviluppo delle tecnologie e la vastità del loro piano di applicazione hanno bisogno di un costante ritmo e di un’altissima frequenza nel processo
d’incorporazione, al fine di raggiungere un “saper fare” implicito, incorporato. Proprio per tale rapidità e pervasività dello sviluppo tecnologico, risulta oggi di fondamentale importanza lo studio continuo delle nozioni implicite e delle abilità incorporate che si applicano ai dispositivi digitali ed alle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), in sintesi una formazione specifica.
Uno dei principali problemi sta soprattutto nella frequenza di utilizzo e nell’accessibilità agli strumenti. Nel settore dell’insegnamento delle lingue, e in particolare della lingua italiana come lingua straniera o lingua seconda, capita quotidianamente di dover applicare competenze digitali di base, per la redazione di testi, per la selezione e la didattizzazione di atti linguistici autentici (articoli scritti e audiotesti), per la gestione e il monitoraggio dei processi di apprendimento (test, verifiche, registri, schede di apprendimento etc…).
Questo è quanto deve affrontare un docente di italiano LS/L2: dai file di testo, ai fogli di calcolo, mail ed utilizzo del web. La formazione specifica tuttavia significa applicare tecnologie analitiche attraverso competenze specifiche. L’attenzione, quindi si rivolge all’impegno formativo delle scuole e degli atenei. Negli ultimi anni si nota una crescente attenzione verso tali competenze, ma quasi esclusivamente in ambito post-laurea, con programmi e ricerche svolte all’interno di Master universitari d’indirizzo specifico. Basti citare un interessante esempio che esplora le risorse online del Web italiano e finalizzate all’insegnamento della lingua: una ricerca pubblicata sulla rivista del Master in promozione e insegnamento della lingua e della cultura italiana dell’Università degli Studi di Milano dal titolo “Il WEB e l’offerta formativa per l’autoapprendimento dell’italiano L2 per studenti di livello A2/B1” (Diego Santalucia, Silvia Bartolucci)http://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4228/4322
Obiettivo di una buona formazione è l’inserimento di programmi specifici all’interno dei corsi di laurea rivolti al modo della didattica. Come Moodle, piattaforma didattica open source già utilizzata da molte università nel mondo e studiata per la realizzazione e la fruizione di corsi online attraverso un’articolata gamma di funzioni, dal file sharing alla gestione di gruppi studio, al testing online. Hot Potatoes, uno dei primi software (tutt’ora gratuito), dedicato al testing nella didattica delle lingue e realizzato nel lontano 1998 da un gruppo di ricerca del Humanities Computing and Media Centre dell’Universita di Victoria (Canada). O competenze meno specifiche, ma un po’ più che basilari, quali la capacità della creazione di ipertesti, di raccolte multimediali, l’editing fotografico e video e la confidenza ed agilità di movimento in ambienti virtuali. Tutte competenze indispensabili per un docente che voglia rivolgersi al domani con la dovuta preparazione e autorevolezza.
Con queste speranze e prospettive ASILS (Associazione Scuole di Italiano Lingua Seconda) che raggruppa 44 scuole specializzate e qualificate su tutto il territorio nazionale, ha voluto farsi partner del progetto e-Skills for Jobs il cui coordinatore per l’Italia, anche per la campagna 2015-2016, è l’Associazione Anitec: per riaffermare quanto indicato nella Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente e per contribuire all’individuazione delle competenze digitali specifiche, atte a perseguire al meglio lo strategico obiettivo di promozione internazionale della nostra lingua e della nostra cultura.
L’Italia, come ogni altro paese, deve progettare con lungimiranza le proprie azioni future in ambito educativo ed economico e oggi, formare le risorse umane da applicare domani in quest’ambito, significa non poter sottovalutare l’importanza del digitale, delle TIC e del saper fare a essi correlato.
Altrettanto importante è che tali competenze siano rese disponibili a tutti gli operatori dei settori più strategici della nostra attuale e futura economia, primo tra tutti quello del turismo e in particolare del turismo culturale. Gli scenari sono potenzialmente sconfinati, se pensiamo ad esempio all’applicazione dell’Augmented Reality (Realtà Aumentata) alle modalità di fruizione del nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico. L’interattività come strumento di interiorizzazione del processo cognitivo, la fruibilità dei servizi attraverso una digitalizzazione funzionale e razionale. L’obiettivo è un “saper fare” attuale, critico e consapevole.